
martedì 15 dicembre 2009
Catasto asburgico in Trentino

domenica 13 dicembre 2009
Logge massoniche

"Quel che accade nel mondo non avviene per caso. Sono eventi fatti succedere, sia che abbiano a che fare con questioni nazionali o commerciali: e la maggioranza di questi eventi sono inscenati da quelli che maneggiano i soldi" - Denis Healey, ex ministro della Difesa britannicoLa vera forza motrice della Massoneria non è mai stata la sua ideologia, ma gli enormi finanziamenti che ha sempre ricevuto, nel massimo riserbo, dalla casta dei banchieri. La forza della confraternita è sempre stata costituita dalle sue finalità segrete e dalla formidabile potenza economica che ne alimenta le casse.
"Quando un governo dipende dai banchieri per il denaro, questi ultimi e non i capi del governo controllano la situazione, dato che la mano che dà è al di sopra della mano che riceve... il denaro non ha madrepatria e i finanziatori non hanno patriottismo né decenza: il loro unico obiettivo è il profitto" - Napoleone Bonaparte
"Forse sì, dovrei avere i diritti d'autore. La giustizia, la TV, l'ordine pubblico. Ho scritto tutto trent'anni fa. .... che preveggenza è finita come dicevo io"
venerdì 11 dicembre 2009
La quota contesa

domenica 29 novembre 2009
L'equipaggio

domenica 5 aprile 2009
Economia Ombra

L'Unione Europea, in prospettiva, è uno strumento utile per scardinare le mafie. Attualmente il problema principale dell'Unione Europea è la sua incapacità ad impedire l'ingresso di capitali di origine criminale. L'Europa non riesce a fare a meno di queste risorse. Dopo l'allargamento ad est dell'Unione Europea l'attività criminale in Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria è cambiata. E' meno centrata sulla produzione e distribuzione e punta più sul consumo ed è leggermente diminuita. Tra i Paesi dell'Est Europa aderenti all'Unione Europea la Bulgaria è un caso a parte. Non è un Paese più corrotto o violento rispetto ad esempio alla Romania, ma ha un problema di immagine, perché nelle strade di Sofia ci sono regolamenti di conti in pieno giorno. Il governo è debole e lo stato di diritto non è ancora solido. Ma, secondo Misha Glenny, se il Paese fosse rimasto fuori dall'Unione Europea, oggi sarebbe in acque ancora peggiori senza via d'uscita. L'anno scorso l'Unione Europea ha bloccando quasi un miliardo di euro destinati al governo di Sofia, provvedimento che mira a limitare la corruzione, ma intanto i bulgari sono in grosse difficoltà dopo che hanno tirato la cinghia per entrare in Europa. A parere di Misha Glenny è facile essere severi con Sofia, ma si dovrebbe fare la stessa cosa con l'Italia: non si può far finta di nulla di fronte ad una situazione che anche con governi diversi non accenna a migliorare.
Ci sono poi anche le vittime di questo sistema criminale come la giovane Lyudmila Balbinova nata nella Repubblica moldava di Transnistria. Lyudmila abbandona il suo Paese per fare la cameriera in Israele, ma finisce nel giro della prostituzione. Come le vittime dei lager staliniani, diventa schiava, prigioniera di un sistema in cui l'oppressione si fonda sul lavoro sessuale. Dopo un viaggio in treno verso Odessa, viene portata a Mosca e presa in consegna dalla criminalità organizzata. Finisce poi al Cairo e venduta ad un gruppo di beduini che, eludendo i controlli delle guardie di frontiera israeliane, nel deserto del Neghev la vendono a dei gestori di un bordello di Tel Aviv. il percorso è un continuo incubo per Lyudmila, assetata e affamata, è costretta a subire rapporti sessuali per avere acqua e cibo. Grazie alla sua tenacia riesce a fuggire da Tel Aviv ed ora vive in una casa rifugio in Moldova. Le vittime della repressione staliniana tornavano a caso con la tubercolosi e lo scorbuto. Lyudmila è sieropositiva. Da questa storia, simile a molte altre, emerge come la merce umana passi per le mani di una lunga lista di sfruttatori, di varie nazionalità, che però non fanno capo a nessuna organizzazione centrale.
La lezione che si può trarre è che il crimine organizzato sfrutta le opportunità offerte dalla globalizzazione, ma dipende dalla domanda e dai fattori locali. Governi, associazioni e cittadini possono incidere su questi fenomeni.
"Dimenticate i confini, così come li conoscete, dimenticate il planisfero politico e i report ufficiali sul commercio e l'economia mondiali perché ad essi vanno sovrapposti quelli ombra"
Fonte: Internazionale del 20/26 marzo 2009
domenica 29 marzo 2009
Mix Energetico

L'Italia dovrebbe diminuire drasticamente la sua quota di produzione di energia elettrica da gas naturale, aumentare la sua quota di carbone, produrre energia nucleare. Non è detto che queste ricette drastiche siano sensate. Purtroppo i risultati di scelte energetiche del passato sono assai poco lusinghieri. Siamo il maggior importatore di energia elettrica al mondo e abbiamo un costo dell'elettricità superiore alla media europea. Infatti la dipendenza energetica è all'85% e si conferma come la più alta fra i Paesi industrializzati e la strutturale debolezza del sistema di approvvigionamento e di stoccaggio del gas rimane invariata. Il gas continua ad arrivare quasi per il 100% del fabbisogno via tubo, unica eccezione europea in un panorama in cui il resto dei Paesi è dotato di impianti di rigassificazione per circa il 50% del loro consumo. I principali Paesi che forniscono gas naturale all Europa sono Russia e Algeria; l'insostituibilità delle forniture russe e algerine conferisce a questi Paesi un potere oggi difficilmente contrastabile. Usiamo, nell'80% della produzione elettrica nazionale, i combustibili fossili, in Germania siamo poco sopra il 60%.
Se si vogliono ridurre il deficit competitivo dei costi di produzione e la criticità di approvvigionamenti del sistema elettrico nazionale, l'opzione più ragionevole,a breve termine, è il ricorso al clean coal technologies ossia processi produttivi basati sul consumo di carbone, ma rispettosi dell'ambiente. L'obiettivo a medio lungo termine è di abbattere drasticamente le emissioni di CO2 del settore elettrico, obiettivo che richiede una massiccia introduzione di centrali a bassissime emissioni compreso anche il potenziamento di provvedimenti, già in atto, a favore delle fonti rinnovabili con migliori prospettive di economicità nel medio termine (eolico, biomassa, solare termodinamico).
Fonte: Rivista AEIT Gennaio/Febbraio 2009
mercoledì 25 marzo 2009
Il silenzio della stampa cubana
Fonte: Internazionale del 20/26 marzo 2009 n. 787
Per approfondimenti su aspetti di vita cubana visita il blog di Yoani Sanchez
venerdì 20 marzo 2009
Fusione nucleare


In alternativa allo sfruttamento dei combustibili fossili, sono disponibili diverse sorgenti di energia, definite rinnovabili ed ecocompatibili, quali ad esempio l'energia eolica, geotermica e solare. Questi fonti di energia sono legate, oltre a disponibilità intermittenti, alla bassa densità di energia ricavabile, che implica l'uso di aree di produzione molto estese. Una centrale che produca 1 GW di potenza elettrica sfruttando il fotovoltaico solare alle nostre latitudini, con la tecnologia attuale, richiederebbe un'area di circa 20 chilometri quadrati ricoperta di pannelli solari a film sottile di silicio amorfo. Allo stato dell'arte, le fonti rinnovabili si possono dimostrare molto utili nel quadro di una diversificazione delle fonti energetiche e in un contesto in cui si punti anche a risparmi sui consumi di energia, ma da sole non riescono a soddisfare la domanda crescente di energia, spinta anche dal crescente incremento della popolazione mondiale. Si deve quindi puntare su processi produttivi di energia ad alta densità e a limitato impatto ambientale.
Se escludiamo i combustibili fossili, processi di produzione di energia ad alta intensità sono i meccanismi di disintegrazione (fissione) e di sintesi (fusione) dei nuclei di alcuni elementi.
Ogni nucleo di elemento esistente in natura ha energia di massa propria, diversa da quella di un altro elemento. La rottura per "fissione", di elementi pesanti in elementi leggeri, o la sintesi, per fusione, di nuclei leggeri in nuclei pesanti, libera una quantità netta di energia uguale alla differenza di massa tra i nuclei originari e quelli risultanti, moltiplicata per la velocità della luce elevata al quadrato. Il processo di fissione avviene con minima energia di innesto e, nei reattori, libera energia in modo controllato. I prodotti della rottura di un atomo pesante (uranio o plutonio) in atomi di peso più leggeri sono nuclei radioattivi e rimangono tali per lunghissimo tempo detto tempo di decadimento. Rappresentano quindi scorie impossibili da smaltire e difficili da immagazzinare.
La fusione dei nuclei leggeri invece richiede una quantità considerevole di energia di attivazione per avvicinare i due nuclei, che sono entrambi caricati positivamente e subiscono una repulsione elettrostatica. Le alte temperature richieste dalla fusione pongono un problema concreto: nessun materiale può resistere a centinaia di milioni di gradi. Negli ultimi anni si è cercato di risolvere il problema creando dei campi magnetici che evitino il contatto del plasma (nuclei leggeri separati dagli elettroni) con le pareti del reattore.
Anche nella fusione nucleare è necessario gestire lo smaltimento dell'elio (gas nobile incolore e inodore con simbolo He) e dalle scorie costituite dal trizio (isotopo dell'idrogeno con un nucleo formato da un protone e da due neutroni con simbolo T) ma sia l'intensità che la quantità di scorie radioattive è di molto inferiore rispetto a quelle risultanti da un processo di fissione nucleare.
La radiazione beta a bassa energia dal decadimento del trizio non può penetrare la pelle umana e quindi il trizio è dannoso solo se ingerito o inalato. Dopo 12,5 anni la radioattività del trizio si dimezza e dopo 100 anni diminuisce di 250 volte. Potenziali pericoli di contaminazione per gli operatori e per gli abitanti, durante il normale funzionamento, potrebbero essere costituiti da perdite accidentali di trizio e di polveri. Durante la vita di un reattore si utilizzano circa 16 Kg di trizio e non ne sono presenti mai più di 3 Kg alla volta. In caso di incidente ne può essere perso circa 500 g ma con sistemi di sicurezza a barriere di confinamento multiple per la radioattività , la perdita sarebbe inferiore.
Il trizio insieme al deuterio (altro isotopo stabile dell'idrogeno con simbolo D) viene utilizzato per la fusione nucleare con un risultato di ottenere un atomo più pesante (elio) e un'elevata quantità di energia. La fusione nucleare non è un processo a catena, come la fissione, e il combustibile va fornito continuamente per sostenere la reazione. Il combustibile dei reattori a fusione è dato dal deuterio e dal litio (elemento chimico del gruppo metalli alcalini non presente allo stato naturale ma sotto forma di composti) entrambi presenti nell'acqua marina e nelle rocce e geograficamente distribuiti in modo uniforme sul pianeta. 200 Kg di litio e 100 Kg di deuterio possono produrre 1000 MW di potenza elettrica.
La ricerca sulla fusione nucleare ha l'obiettivo di rendere disponibile una sorgente di energia rispettosa dell'ambiente, sicura ed economicamente competitiva, con la prospettiva che con 100 Kg di un combustibile praticamente inesauribile e largamente disponibile, possa produrre tanta energia quanto un milione di tonnellate di petrolio. Molti Paesi sono impegnati in questa ricerca, in una collaborazione scientifica che ha portato all'avvio della costruzione di ITER, un reattore a fusione sperimentale in grado di produrre 500 MW di potenza di fusione nucleare.
La sfida che la fusione nucleare dovrà vincere è che l'energia prodotta superi quella necessaria per produrla. Una misura delle prestazioni di un reattore è il fattore di guadagno Q, definito come rapporto tra la potenza di fusione prodotta e la potenza immessa nel plasma. Attualmente si prevede di realizzare reattori che operino in modo affidabile in un regime di guadagno Q tra 30 e 40.
La fusione nucleare è tra le promesse più affascinanti, tra le tecnologie con potenziale veramente altissimo, come sorgente di energia rispettosa dell'ambiente, sicura e sufficientemente economica anche se di tecnologia altissima e delicata. Da sottolineare infine che l'elettricità prodotta da una centrale a fusione può essere vantaggiosamente accoppiata ad un impianto di produzione di idrogeno, che è un vettore d'energia ecologico attualmente con costi di produzione elevati.
"Tutto il cosmo si alimenta di fusione, senza di essa non esisterebbe la vita. l'energia solare è il prodotto della fusione che avviene a 149 milioni e mezzo di chilometri dalla terra"
Fonte dati: Rivista AEIT dicembre 2008
lunedì 16 marzo 2009
La sfida del Green IT
Il consumo energetico dei sistemi IT ha inoltre un fortissimo impatto sui costi di gestione.
Da un articolo tratto dalla Rivista Mondo Digitale, n. 4. Dicembre 2008 emergono i seguenti dati:
- ogni PC genera una tonnellata equivalente di CO2 al'anno. La tonnellata equivalente di CO2 è l'unità di misura che permette di pesare insieme le emissioni dei vari gas serra aventi differenti effetti sul clima. Ad esempio il metano ha un potenziale serra 21 volte rispetto alla CO2, e per questo una tonnellata di metano viene contabilizzata 21 tonnellate equivalenti di CO2;
- Un server consuma energia per la cui produzione viene emessa la stessa quantità di CO2, prodotta da un SUV che percorre 25 Km;
- Un moderno server blade consuma circa 1 kW, tanto quanto il figorifero di casa. Conseguentemente, un rack di server blade formato da 5 scaffali con 8 unità ciascuno, consuma 40 kW, l'equivalente di una palazzina;
- Un data center di medie dimensioni consuma circa 250 kW, come un quartiere. mentre i grandi data center che servono, a titolo di esempio, grosse banche o Internet Service Provider, possono arrivare a consumare 10 MW, l'equivalente di una cittadina.
- l'efficienza energetica del'IT;
- la gestione eco-compatibile del ciclo di vita dell'IT;
- l'utilizzo dell'IT come strumento per una governance green.
- l'IT ha un impatto ambientale significativo;
- il consumo energetico dell'IT costa;
- il fabbisogno energetico è un limite alla scalabilità dell'IT.
Il TCO rappresenta un approccio sviluppato da Gartner nel 1987 per calcolare tutti i costi del ciclo di vita di un'apparecchiatura informatica IT, per acquisto, gestione e dismissione per obsolescenza tecnologica.
Se il costo dell'hardware negli ultimi anni è cresciuto molto debolmente, il costo per alimentare e raffredare i sistemi è quadruplicato. Oggi il costo di energia e raffredamento rappresenta circa lil 60% della spesa in nuove infrastrutture con un impatto significativo sul TCO. Tale impatto, si pò presumere, è destinato a crescere ulteriormente come conseguenza dell'aumento del costo unitario dell'energia.
La maggior parte delle organizzazioni non conosce la bolletta energetica delle proprie attività. E' difficile quindi ottimizzare ciò che non si conosce, ed poco probabile che un responsabile IT sia incentivato ad investire risorse per diminuire i consumi energetici dei "suoi" apparati quando i relativi costi non afferiscono al suo budget. Un corretto approccio al Green IT nn può prescindere da una visione strategica all'interno della organizzazione, con i cambiamenti culturali e organizzativi che ne conseguono.
L'inquinamento di cui l'industria IT è responsabile non dovuto solo al consumo di energia. ma anche dalle sostanze tossiche disperse nell'ambiente. Secondo delle statistiche, pubblicate da Gartner nel 2007, il 70% dell'inquinamento del suolo da piombo,cadmio e mercurio deriva direttamente o indirettamente dall'IT.
I rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), chiamato anche Waste Electric and Electronic Equipment (WEEE) sono tutti rifiuti di tipo particolare derivanti da qualunque apparecchiatura elettrica od elettronica che viene dismessa, in quanto guasta od obsoleta. Tali rifiuti, che contengono sostanze tossiche e non biodegradabili, costituiscono un rischio sempre maggiore per l'ambiente che ci circonda. La ricerca Green IT in questo campo si occupa di ridurre le sostanze inquinanti presenti nella componentistica a partire dal processo produttivo ottimizzando anche l'imballaggio e dovrebbe approfondire le diverse tecnologie di recupero dei componenti dismessi.
La recente direttiva WEEE dell'Unione Europea (2002/95/CE), recepita n Italia dal Decreto RAEE (D.lgs. 151/2005) stabilisce precise norme per la raccolta differenziata e il recupero di tali rifiuti. Si tratta di un passo importante ma purtroppo ancora oggi troppi rifiuti IT vanno a "morire" in un vasto, non controllato e disorganizzato "sistema per lo smontaggio di apparecchiature elettroniche" in Paesi dell'Africa e dell'Asia con gravi problemi per la salute delle persone che operano in questo infernale sistema e per l'ambiente. Per avere un'idea delle estreme condizioni insalubri in cui i riciclatori, di quei Paesi, sono costretti a sopportare giornalmente e nell'ombra vi invito a prendere visione del servizio fotografico (giugno 2008) di Robert Knoth dal titolo Scraplife - e waste in Pakistan (vite da scarto - rifiuti tecnologici in Pakistan).
Le considerazioni sopra esposte dovrebbero dimostrare come il Green IT implica un problema dal quale non si possa prescindere. L'impatto ambientale dei sistemi IT ha una valenza morale, in quanto riguarda il pianeta Terra. ll Green IT offre peraltro interessanti opportunità di risparmio mettendo in atto, fin da subito, accorgimenti il cui impatto potenziale è molto alto.
sabato 28 febbraio 2009
Sturare senza inquinare?

Un idraulico professionista usa strumenti speciali e getti d'acqua ad alta pressione per ripulire le tubature. Noi, invece, quando proviamo a risolvere il problema da soli, ci limitiamo a versare un liquido sturalavandini. Questo liquido sturalavandini non è altro che soda caustica (idrossido di sodio) o acido solforico – due sostanze chimiche altamente corrosive – che si riversa nei nostri fiumi. L'idrossido di sodio, una sostanza fortemente alcalina, reagisce con i grumi di grasso formando una schiuma che aiuta a liberare l'ostruzione. Alcuni enti per la tutela dell'ambiente non classificano la soda caustica come un agente inquinante, perché si decompone a contatto con l'acqua e i grassi. Tuttavia l'Ufficio europeo per le sostanze chimiche ha classificato come "cronica"l'ecotossicità di questa sostanza per gli organismi acquatici. Sui pesci d'acqua dolce provoca ustioni superficiali delle branchie e l'abbondante formazione di muco. Inoltre i pesci muoiono per soffocamento a causa della lenta distruzione degli organi respiratori. Se volete liberare una tubatura intasata potete usare sistemi meno dannosi per l'ambiente. In gran parte dei negozi di ferramenta potete trovare degli attrezzi per uso domestico, da azionare a mano o con un trapano. In alternativa, potete provare con gli sturalavandini biologici che hanno gli enzimi naturali. Oppure potete prendere del bicarbonato di sodio, scioglierlo nell'aceto, e versarlo nel condotto di scarico intasato e infine far scorrere dell'acqua bollente. Funziona, ma la scelta migliore resta la prevenzione. Per tenere pulite le tubature, ogni settimana versate nel lavandino un cucchiaio di bicarbonato di sodio e una tazza di aceto. Oppure versate regolarmente dell'acqua bollente. .
Fonte: Internazionale 680, 15 febbraio 2007
sabato 21 febbraio 2009
Solo in Italia

In Italia i processi sono così lunghi che sembra impossibile arrivare al momento in cui il condannato dovrà scontare la pena. La sentenza di primo grado è considerata provvisoria...
I processi si svolgono ad intermittenza ...
Il risultato è che i processi li fanno i mezzi di informazione, a cui gli avvocati passano le carte processuali sperando di rendere più convincenti le loro argomentazioni. Nel frattempo i detenuti in attesa di giudizio, in Italia la custodia cautelare può durare fino a due anni, restano in cella a leggersi i resoconti dei reati di cui sono accusati: documenti che in Gran Bretagna sarebbero considerati un'interferenza con il processo.
Nella sentenza Mills del 17 febbraio 2009 c'è stata anche la decisione di accordare un indennizzo alla Presidenza del Consiglio perché l'avvocato britannico "ha deviato il corso della giustizia".
"Certe cose succedono solo in Italia" ha detto un giornalista in aula.
Se lo desiderate, scrivete pure dei commenti su come cerchereste di risolvere i problemi che attanagliano, non da ora, la giustizia in Italia considerando alla luce anche dell'indagine svolta dalla Banca Mondiale.
La classifica internazionale sull'efficienza della giustizia nel rapporto Doing Business che la Banca Mondiale redige per fornire indicazioni alle imprese sui Paesi in cui è più vantaggioso investire rileva che l'Italia è al 156° posto su 181 Paesi del Mondo. Addirittura viene dopo Angola, Gabon e Guinea.
In Italia ci sono 9 milioni di processi pendenti di ai cui oltre 5 milioni di procedimenti civili e oltre 3 milioni. di procedimenti penali. Il dramma è che il sistema non riesce a smaltire l'arretrato.
L'Italia sta sempre più diventando una calamita per delinquenti stranieri. Questi ultimi vengono a delinquere in Italia approfittando della lentezza ed inefficienza della giustizia italiana.
Incendi australiani e recessione
- riprodurre l'assurda illusione della ricchezza basata sul debito;
- avere una visione irrealistica dell'economia. di sognare il boom perpetuo (cosa che il mercato sa già).
Loretta Napoleoni conclude l'articolo dicendo Adam Smith avrebbe applaudito al falò del capitalismo moderno. Il fuoco oltre ai titoli tossici dovrebbe bruciare anche le istituzioni e gli individui che hanno contaminato l'economia. Un piano alternativo per uscire dalla crisi non è stato neanche discusso per il fatto che quelli che dovrebbero spegnere l'incendio non sono pompieri professionisti. ma gli stessi bambini che fino a poco tempo fa giocavano con i fiammiferi.
Come agireste per contenere l'incendio e proteggere la popolazione evitando gli errori del 1929 che trasformarono una recessione nella grande depressione?
Una citazione di Richard Bitner il primo 'pentito' del settore dei mutui.
Ne abbiamo fatte di tutti i colori ma nel settore della finanza c'era più ignoranza che perfidia. E, comunque, eravamo come spacciatori in un mondo dominato dai drug lord. I nostri signori della droga, quelli che dettavano le nuove regole, stavano a Wall Street, nelle grandi banche d'affari. I titoli ad alto rischio per finanziare l'acquisto degli immobili li hanno inventati loro. Noi eravamo solo dei venditori al dettaglio
Cartoon di Kap pubblicato da Vanguardia ( Barcellona)
martedì 17 febbraio 2009
Polveriera polverizzata



Hanno resistito per oltre cento anni a due guerre mondiali e al'incuria, ma la polveriera austro ungarica di Ischia Podetti ha dovuto capitolare di fronte alle ruspe del Comune...
Era l'ultima polveriera esistente della Fortezza di Trento dopo che negli anni ottanta era stata distrutta quella di Pra Marquard in Maranza ...
Ci sono addirittura due leggi una nazionale e una provinciale che proteggono i manufatti bellici. Ma persino l'Amministrazione comunale sembra ignorarlo o forse se ne frega deliberatamente ...Per l'Amministrazione comunale si trattava di un:
"intervento di somma urgenza per mettere in sicurezza il versante a monte della strada comunale di accesso alla discarica provincie"
La struttura si trovava sotto una delle pareti più verticali che sovrastano la strada della Vela. Nel dicembre 2006 una frana ha investito l'edificio.... Il complesso al tempo del crollo era occupato da un gruppo di disperati che vi avevano trovato rifugio ...La zona era in stato in totale degrado infestata da ratti e numerosi cani randagi. Già nel 2006 emerse chiaramente che l'edificio e la strada non erano più difendibili da ulteriori possibili crolli: Per questo si è deciso di realizzare una nuova strada, in modo da consentire il transito dei camion diretti alla discarica.Si potevano trovare soluzioni che garantissero sia la sicurezza che la conservazione del patrimonio storico?
Si poteva garantire la sicurezza del tracciato stradale esposto alla caduta massi, ma anche la sopravvivenza della vecchia polveriera?
Attendo i Vostri commenti. Per informazioni sulla Festung Trient e le sue opere difensive cliccate qui


