
Il catasto è uno strumento per la descrizione, la misura e la stima di beni immobili appartenenti a singoli individui oppure enti e istituzioni. Scopo primario della descrizione dell'immobile è l'assegnazione di una rendita catastale in base al quale calcolare le imposte. In Trentino l'attuale sistema catastale rappresenta l'evoluzione storica del Catasto Asburgico.
Il Catasto Asburgico settecentesco mette insieme un cospicuo sistema identificativo ed inequivocabile degli immobili ai fini fiscali. L'obiettivo era far pagare le tasse sulla base di quanto si possiede con l'obiettivo di una perequazione dell'imposta fondiaria pagando per quello che si può produrre. Differenziando quindi la rendita in base anche all'ubicazione altimetrica del terreno. Fu un'intuizione fiscale rivoluzionaria per quei tempi.
L'idea del catasto fu concepita da Carlo VI d'Asburgo (01.10.1685 - 20.1o.1740) e per la realizzazione del progetto era necessaria la creazione di un'anagrafe di beni immobili. Si trattava in sostanza di un sistema oggettivo basato sul presupposto della corretta identificazione dei vari beni immobili presenti all'interno dell'impero Asburgico. Si inizio a riprodurre il suolo del territorio disegnandolo fisicamente in scala ridotta in modo da poter appoggiare i fogli sui tavoli. Attraverso la tavoletta pretoriana, tavoletta in legno graduata con un treppiede e con strumenti di rilevazione, fu possibile definire l'ubicazione e la misurazione degli immobili.
Il progetto del Catasto Asburgico fu portato avanti dal'Imperatrice Maria Teresa d'Austria (13.05.1717 - 29.11.1780) la quale già nel 1759 aveva ordinato l'istituzione, in tutto il territorio, dei registri e delle mappe catastali. Fu solo, però, all'inizio del 1800 che partì l'opera di rilevazione del territorio su ampia scala trovando peraltro difficoltà per le resistenza da parte classe feudale di stampo medievale. Il catasto austriaco geometrico particellare, tuttora vigente in Trentino, nasce con la Sovrana Patente dell'Imperatore Francesco I promulgata nel 1817. L'ostruzionismo del governo tirolese, per paura di un aumento dell'imposta fondiaria, ritardò l'inizio dei rilievi.
Il territorio dell'impero che aveva una superficie complessiva di 300.000 kmq., ai fini dei rilievi, fu suddiviso in sette macro aree, tenendo conto dell'ordinamento politico ed amministrativo. Ciascuna di queste zone aveva un proprio sistema di coordinate piane avente come origine un vertice trigonometrico posto in cima a dei campanili. Per fare un esempio il vertice della zona di Vienna si trovava sul campanile del Duomo di Santo Stefano. Il Trentino faceva parte dell'area Tirolo Voralberg il cui vertice era il campanile della chiesa parrocchiale di Innsbruck.
Le operazioni geodetiche furono svolte separatamente per ciascun sistema di coordinate e i geodeti (topografi) dovettero svolgere un lavoro di approssimazione nel raffigurare sul piano la terra utilizzando una superficie di riferimento (geoide) e tirando delle righe leggermente inclinate. La loro situazione era simile a quella di una formica che, posta su una mongolfiera, ne dovesse determinare la forma assumendo un sistema di riferimento in qualche modo materializzato dalla mongolfiera stessa. senza avere la possibilità di collegarsi ad un sistema di riferimento esterno.
La triangolazione distinta in punti di primo, secondo, terzo ordine in base alla precisione delle coordinate fu raffittita ottenendo dapprima dei quadrati con ciascun lato di 4000 Wiener Klafter (un Wiener Klafter rappresentava unità di misura asburgica corrispondente a 1,89848 metri). Ciascuno d questi quadrati rappresentava un foglio di triangolazione. Procedendo ad un'ulteriore suddivisione del foglio di triangolazione, in quanto troppo grande per la rappresentazione delle particelle, si ottengono i fogli mappa. Ogni foglio di triangolazione era composto da 20 fogli m.)appa con una grandezza cadauno di 1000 Wiener Klafter per 800 Wiener Klafter.
Per poter poi individuare il fondo il territorio viene suddiviso in comuni catastali, coincidenti con il vecchio distretto di estimo, ambito territoriale utilizzato ai fini fiscali in epoca antecedente alla costituzione del catasto fondiario. Il territorio del Comune Catastale oggi può coincidere con il territorio amministrativo comunale. Ai fini di individuare delle singole particelle, nella fase di costruzione del catasto, si convocavano i singoli Buergermeister (figura corrispondente all'attuale Sindaco) affinché invitassero i concittadini a delimitare il loro "possesso fondiario". Poiché la delimitazione aveva riflessi fiscali bisogna tener conto sia del criterio soggettivo del possesso sia del criterio oggettivo della tipologia di coltura, quindi due ambiti territoriali. L'istituto del Catasto prende atto della delimitazione del possesso privato ai fini fiscali.
Nel singolo foglio mappa ora troviamo due serie di immobili. particelle fondiarie (terreni, corsi d'acqua ecc.) e particelle edificiali (edifici, manufatti di vario genere, cortili, parcheggi, campi da calcio ecc.). Nel resto d'Italia, nella creazione del Catasto, si sono preoccupati di non tagliare a metà i compendi immobiliari, Trattasi di mappe a perimetro chiuso in contrapposizione a quelle a perimetro aperto di derivazione asburgica. Le figure delle mappe nel Catasto italiano sono rappresentate da figure geometriche irregolari. La numerazione nel Catasto asburgico è univoca per particella fondiaria ed edificiale assegnata ad un determinato Comune catastale. Nel Catasto Italiano la numerazione si ripete per ogni foglio mappa.
la mappa che rappresentava che le particelle fondiarie era in scala 1:2880 (un centimetro disegnato rappresentava 28,80 metri nella realtà). Tale scala non andava bene per rappresentare i centri abitati e quindi per la rappresentazione di villaggi venne adottata la scala 1: 1440.
I rilievi del territorio del'impero, iniziati ai primi anni dell''800 e partiti dalle regioni orientali Boemia, Slesia, Moravia, si conclusero nel 1861 con una durata quindi di circa 60 anni con una rilevazione complessiva di circa 50 milioni di particelle. L'immane lavoro servì non solo ai fini fiscali ma anche ai fini di strategia militare. Con le mappe si attuava un controllo del territorio anche in zone di montagna dove il lavoro di rilevazione veniva svolto da personale militare unitamente a civili militarizzati.
Ora la Provincia Autonoma di Trento, Ente con competenza primaria in materia catastale, gestisce anche con i mezzi informatici, messi a disposizione dalla tecnologia, le preziose informazioni catastali del territorio trentino che si sono venute a creare nel corso della storia.

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