domenica 17 gennaio 2010

Treni come indizio sull'andamento di un Paese

Scrive lo scrittore argentino Tomas Eloy Martinez su un articolo della rivista Internazionale n. 829 del 15.01.2010 dove parla del suo Paese l'Argentina:
I paesi del primo mondo si distinguono, in linea generale, per la lotta alla disoccupazione, per la scarsità di mendicanti, per un basso indice di mortalità infantile, per un'istruzione laica, gratuita ed obbligatoria. E per i treni: i treni sono un buon indizio dell'andamento del paese. Chissà perché la modernità si misura attraverso vagoni puntuali, frequenti e puliti.
Concentriamoci ora sull'ultima frase dove si parla di "treni" e pensiamo alla situazione italiana.

Trenitalia persegue ormai una politica unidirezionale verso quella che viene definita "alta velocità" che ha comportato un ingente esborso di denaro pubblico con costi decisamente più elevati rispetto ad altri Paesi Europei. I nuovi treni Frecce "colorate" (Freccia rossa, Freccia argento, Freccia bianca) hanno peraltro dimostrato in più occasioni di essere delle frecce "spuntate". Sulla linea Torino - Milano il ritardo delle "Frecce" non è inusuale.

L'alta velocità interessa solamente le direttrici che collegano le principali città italiane (Torino, Milano, Venezia, Bologna, Firenze, Roma, Napoli). In molte zone d'Italia transitano solo i Regionali o InterRegionali che peraltro in più occasioni sono freddi e sporchi.

L'aspetto principale su cui si deve riflettere è non tanto la vetustà o meno del materiale rotabile ma la sporcizia che sempre più spesso è presente su questi treni Regionali/InterRegionali e la puntualità degli stessi. Paolo Rumiz, autore di un reportage di viaggio, era a Bucarest quando è stato sorpreso dalle stesse tormente di neve, che prima di Natale, hanno sconvolto l'Italia. Ebbene i treni romeni condotti dalle vecchie motrici "comuniste" hanno continuato a fare il loro dovere, mentre in Italia s'è paralizzato l'intero Paese. E a tutti questi disagi l'amministratore delegato di Trenitalia Mauro Moretti ha risposto proponendo ai passeggeri di portarsi, coperte, panini e maglioni per superare le varie crisi di viaggio.

Dal 13 dicembre 2009 Trenitalia non svolge più collegamenti Eurocity in Friuli - Venezia Giulia così pure tra Verona e il Brennero. Risultato: l'Eurocity Allegro Johann Strauss diurno che collegava Trieste a Vienna è stato soppresso con buona pace dell'Europa Unita e dell'allargamento dell'area Schengen e le coppie di Eurocity Trenitalia che solcavano il Brennero sono state sostituite da coppie di treni delle ferrovie austriache e tedesche.

Trenitalia continua a tacere sul fatto che, dall'entrata in vigore dell'orario invernale 2009/2010, operano in Italia, tramite un servizio gestito congiuntamente, le ferrovie austriache (OEBB) e quelle tedesche (DB) sulla tratta Verona - Monaco di Baviera con una corsa che arriva fino a Bologna e un'altra a Milano. Nelle stazioni interessate dal servizio è impossibile ricevere informazioni ed orari. Persino sul sito di Trenitalia i treni austro-tedeschi sono fantasmi. Eppure le direttive comunitarie in tema in concorrenza nel settore ferroviario, che l'Italia ha recepito con DPR 188/2003, lo impongono. Per avere tali informazioni è necessario recarsi sul sito delle ferrovie austriache piuttosto che su quello delle ferrovie tedesche. Un esempio di completa informazione è quella offerta dal sito delle ferrovie tedesche (Deutsche Bahn) dove è possibile reperire gli orari dei treni di tutta Europa.

La cosa che colpisce, utilizzando il servizio offerto dai treni "concorrenti a Trenitalia", è che finiscono le code davanti alle biglietterie e alle obliteratrici. Per le tratte interne italiane possono essere acquistati a bordo a prezzo pieno ma senza sanzione. Gli altri canali sono Agenzie di viaggio convenzionate o Internet. Se si acquistano su Internet si possono ottenere sconti. Certo il biglietto a prezzo intero non è a buon prezzo specialmente nelle brevi distanze. Il costo a prezzo intero tra Trento e Bolzano è di 14,00 euro che possono arrivare a euro 9,00 acquistando il biglietto via Internet. Le tariffe Eurocity che Trenitalia applicava sulle brevi distanze (la tratta Trento - Bolzano costava euro 10,00) non erano poi particolarmente convenienti. Come servizi offerti non c'è paragone con i servizi Trenitalia su IC/EC. I treni sono puliti, il personale è in parte italiano (Ferrovie Nord) e in parte di madrelingua tedesca e di norma sono puntuali.

Le ferrovie austriache (OEBB) hanno anche attivato un servizio di InterCityBus che collega Venezia e Udine a Villach e Klagenfurt. Il servizio viene erogato tramite pullmann di qualità con prima e seconda classe.

In conclusione Trenitalia ha soppresso, per la parte che la riguarda sul territorio italiano, servizi EuroCity su direttrici internazionali comunque importanti ritenendoli in qualche modo dei rami secchi. Altri concorrenti invece si affacciano sul mercato e coprono i rami lasciati liberi da Trenitalia ritenendoli comunque un'opportunità per crescere e farsi conoscere.

Le ferrovie italiane non sono nuove a tagliare rami. Un esempio emblematico è il tratto di strada ferrata che collega Merano a Malles in Val Venosta, Alto Adige/Suedtirol. Negli anni "80 del secolo scorso le ferrovie dello stato dismisero la linea. Fu poi acquisita dalla Provincia Autonoma di Bolzano che dopo dei lavori la mise in opera affidandola alla SAD (società che gestisce il trasporto pubblico locale in Alto Adige /Suedtirol. Ora la linea Merano - Malles è rinata a nuova vita. Oltre al traffico pendolare è molto utilizzata dai turisti che visitano la valle e c'è la possibilità di caricare anche le biciclette.

Trenitalia, dal 13 dicembre 2009, nel territorio della Regione Trentino - Alto Adige Suedtirol offre offre solo il servizio ferroviario regionale e inter regionale avendo soppresso i treni diurni di lunga percorrenza compresi anche quelli della tratta Bolzano - Roma.

Tale servizio viene svolto su treni per lo più sporchi e a volte non all'altezza della domanda. Un caso eclatante è stata domenica dopo l'epifania 2010 in cui un gran numero di persone, munite di biglietto, non sono letteralmente riuscite a salire su nessun treno regionale diretto a Verona o Bologna e lì prendere le varie Frecce (forse anche loro spuntate).

I treni sono un buon indizio dell'andamento del paese. L'Italia che indizio può dare del suo andamento?

martedì 15 dicembre 2009

Catasto asburgico in Trentino


Il catasto è uno strumento per la descrizione, la misura e la stima di beni immobili appartenenti a singoli individui oppure enti e istituzioni. Scopo primario della descrizione dell'immobile è l'assegnazione di una rendita catastale in base al quale calcolare le imposte. In Trentino l'attuale sistema catastale rappresenta l'evoluzione storica del Catasto Asburgico.

Il Catasto Asburgico settecentesco mette insieme un cospicuo sistema identificativo ed inequivocabile degli immobili ai fini fiscali. L'obiettivo era far pagare le tasse sulla base di quanto si possiede con l'obiettivo di una perequazione dell'imposta fondiaria pagando per quello che si può produrre. Differenziando quindi la rendita in base anche all'ubicazione altimetrica del terreno. Fu un'intuizione fiscale rivoluzionaria per quei tempi.

L'idea del catasto fu concepita da Carlo VI d'Asburgo (01.10.1685 - 20.1o.1740) e per la realizzazione del progetto era necessaria la creazione di un'anagrafe di beni immobili. Si trattava in sostanza di un sistema oggettivo basato sul presupposto della corretta identificazione dei vari beni immobili presenti all'interno dell'impero Asburgico. Si inizio a riprodurre il suolo del territorio disegnandolo fisicamente in scala ridotta in modo da poter appoggiare i fogli sui tavoli. Attraverso la tavoletta pretoriana, tavoletta in legno graduata con un treppiede e con strumenti di rilevazione, fu possibile definire l'ubicazione e la misurazione degli immobili.

Il progetto del Catasto Asburgico fu portato avanti dal'Imperatrice Maria Teresa d'Austria (13.05.1717 - 29.11.1780) la quale già nel 1759 aveva ordinato l'istituzione, in tutto il territorio, dei registri e delle mappe catastali. Fu solo, però, all'inizio del 1800 che partì l'opera di rilevazione del territorio su ampia scala trovando peraltro difficoltà per le resistenza da parte classe feudale di stampo medievale. Il catasto austriaco geometrico particellare, tuttora vigente in Trentino, nasce con la Sovrana Patente dell'Imperatore Francesco I promulgata nel 1817. L'ostruzionismo del governo tirolese, per paura di un aumento dell'imposta fondiaria, ritardò l'inizio dei rilievi.

Il territorio dell'impero che aveva una superficie complessiva di 300.000 kmq., ai fini dei rilievi, fu suddiviso in sette macro aree, tenendo conto dell'ordinamento politico ed amministrativo. Ciascuna di queste zone aveva un proprio sistema di coordinate piane avente come origine un vertice trigonometrico posto in cima a dei campanili. Per fare un esempio il vertice della zona di Vienna si trovava sul campanile del Duomo di Santo Stefano. Il Trentino faceva parte dell'area Tirolo Voralberg il cui vertice era il campanile della chiesa parrocchiale di Innsbruck.

Le operazioni geodetiche furono svolte separatamente per ciascun sistema di coordinate e i geodeti (topografi) dovettero svolgere un lavoro di approssimazione nel raffigurare sul piano la terra utilizzando una superficie di riferimento (geoide) e tirando delle righe leggermente inclinate. La loro situazione era simile a quella di una formica che, posta su una mongolfiera, ne dovesse determinare la forma assumendo un sistema di riferimento in qualche modo materializzato dalla mongolfiera stessa. senza avere la possibilità di collegarsi ad un sistema di riferimento esterno.

La triangolazione distinta in punti di primo, secondo, terzo ordine in base alla precisione delle coordinate fu raffittita ottenendo dapprima dei quadrati con ciascun lato di 4000 Wiener Klafter (un Wiener Klafter rappresentava unità di misura asburgica corrispondente a 1,89848 metri). Ciascuno d questi quadrati rappresentava un foglio di triangolazione. Procedendo ad un'ulteriore suddivisione del foglio di triangolazione, in quanto troppo grande per la rappresentazione delle particelle, si ottengono i fogli mappa. Ogni foglio di triangolazione era composto da 20 fogli m.)appa con una grandezza cadauno di 1000 Wiener Klafter per 800 Wiener Klafter.

Per poter poi individuare il fondo il territorio viene suddiviso in comuni catastali, coincidenti con il vecchio distretto di estimo, ambito territoriale utilizzato ai fini fiscali in epoca antecedente alla costituzione del catasto fondiario. Il territorio del Comune Catastale oggi può coincidere con il territorio amministrativo comunale. Ai fini di individuare delle singole particelle, nella fase di costruzione del catasto, si convocavano i singoli Buergermeister (figura corrispondente all'attuale Sindaco) affinché invitassero i concittadini a delimitare il loro "possesso fondiario". Poiché la delimitazione aveva riflessi fiscali bisogna tener conto sia del criterio soggettivo del possesso sia del criterio oggettivo della tipologia di coltura, quindi due ambiti territoriali. L'istituto del Catasto prende atto della delimitazione del possesso privato ai fini fiscali.

Nel singolo foglio mappa ora troviamo due serie di immobili. particelle fondiarie (terreni, corsi d'acqua ecc.) e particelle edificiali (edifici, manufatti di vario genere, cortili, parcheggi, campi da calcio ecc.). Nel resto d'Italia, nella creazione del Catasto, si sono preoccupati di non tagliare a metà i compendi immobiliari, Trattasi di mappe a perimetro chiuso in contrapposizione a quelle a perimetro aperto di derivazione asburgica. Le figure delle mappe nel Catasto italiano sono rappresentate da figure geometriche irregolari. La numerazione nel Catasto asburgico è univoca per particella fondiaria ed edificiale assegnata ad un determinato Comune catastale. Nel Catasto Italiano la numerazione si ripete per ogni foglio mappa.

la mappa che rappresentava che le particelle fondiarie era in scala 1:2880 (un centimetro disegnato rappresentava 28,80 metri nella realtà). Tale scala non andava bene per rappresentare i centri abitati e quindi per la rappresentazione di villaggi venne adottata la scala 1: 1440.

I rilievi del territorio del'impero, iniziati ai primi anni dell''800 e partiti dalle regioni orientali Boemia, Slesia, Moravia, si conclusero nel 1861 con una durata quindi di circa 60 anni con una rilevazione complessiva di circa 50 milioni di particelle. L'immane lavoro servì non solo ai fini fiscali ma anche ai fini di strategia militare. Con le mappe si attuava un controllo del territorio anche in zone di montagna dove il lavoro di rilevazione veniva svolto da personale militare unitamente a civili militarizzati.

Ora la Provincia Autonoma di Trento, Ente con competenza primaria in materia catastale, gestisce anche con i mezzi informatici, messi a disposizione dalla tecnologia, le preziose informazioni catastali del territorio trentino che si sono venute a creare nel corso della storia.

domenica 13 dicembre 2009

Logge massoniche

Il termine massone deriva dal francese macon e significa letteralmente muratore e originariamente veniva utilizzato in modo generico per indicare i membri delle associazioni di tagliapietre medioevali che si riconoscevano in particolari corporazioni. Queste confraternite si ispiravano ad una misteriosa dottrina ecumenica ed erano specializzate nella costruzione delle cattedrali in stile gotico. Una forte solidarietà legava i membri di queste associazioni. Si trattava di una fratellanza che assicurava protezione, ospitalità e assistenza a tutti i suoi adepti. La loro dottrina era segreta e veniva professata a porte chiuse.
Dal XIV secolo si assiste formalmente all'ingresso nelle corporazioni dei cosiddetti "liberi massoni speculativi", ovvero i membri che non esercitavano materialmente alcuna attività edilizia. Si trattava di adepti che si occupavano esclusivamente di portare a compimento gli obiettivi politici dell'ordine. Nel giro di pochi anni essi arrivarono a rappresentare la maggioranza assoluta e la Massoneria aumentò notevolmente la sua influenza sulle vicissitudini politiche delle nazioni. Il termine "loggia" apparve per la prima volta nel XII secolo e veniva utilizzato per indicare il luogo giuridicamente protetto dove si svolgevano sia le riunioni segrete di carattere politico sia lo studio dei progetti architettonici delle cattedrali. Godevano di uno status giuridico di extraterritorialità e divennero ben presto il punto di riferimento delle correnti di pensiero più dissidenti e sovversive all'orditne costituito. il luogo dove trovavano segretamente sostegno le grandi eresie di matrice gnostica. Nel 1717 le logge massoniche trovarono le condizioni politiche a loro favorevoli per uscire allo scoperto e ufficializzarono la loro posizione sotto la veste di una "associazione filantropica". Oggi come ieri i massoni occupano tutti i centri del potere. Nascosta al sicuro dietro la pelle di agnello, la confraternita continua indisturbata la sua opera di costruzione del "Nuovo Ordine Mondiale".
"Quel che accade nel mondo non avviene per caso. Sono eventi fatti succedere, sia che abbiano a che fare con questioni nazionali o commerciali: e la maggioranza di questi eventi sono inscenati da quelli che maneggiano i soldi" - Denis Healey, ex ministro della Difesa britannico
La vera forza motrice della Massoneria non è mai stata la sua ideologia, ma gli enormi finanziamenti che ha sempre ricevuto, nel massimo riserbo, dalla casta dei banchieri. La forza della confraternita è sempre stata costituita dalle sue finalità segrete e dalla formidabile potenza economica che ne alimenta le casse.
"Quando un governo dipende dai banchieri per il denaro, questi ultimi e non i capi del governo controllano la situazione, dato che la mano che dà è al di sopra della mano che riceve... il denaro non ha madrepatria e i finanziatori non hanno patriottismo né decenza: il loro unico obiettivo è il profitto" - Napoleone Bonaparte
L'élite che controlla il denaro può governare il mondo senza apparire in prima persona. La Massoneria può ben essere rappresentata da una piramide tronca composta da diversi piani. in ordine ascendente. In questo modo gli affiliati che passano di grado vanno a posizionarsi ad un livello sempre più alto e ristretto della struttura organizzativa. Più si avvicina al vertice e maggiormente si viene informati sul compito svolto dall'ordine nel suo complesso. Sopra a tutti i livelli ci sono gli "invisibili" che controllano tutto dall'alto. Tale collegio invisibile viene rappresentato dall'occhio onniveggente. La maggior parte delle personalità che si avvicina alla potentissima confraternita aspira solo a ottenere vantaggi personali. Un club molto esclusivo a cui però non si può disobbedire ben frequentato da politici, industriali, magistrati, avvocati.
Nell'elenco, rinvenuto a seguito di indagini nel 1981, della loggia massonica Propaganda 2 (in sigla P2) di Licio Gelli, sciolta con una legge del 1982 in quanto ritenuta deviata e di aver cospirato contro l'ordine costituito, erano presenti 932 iscritti tra cui 208 militari e forze dell'ordine (22,31%), 67 uomini politici (7,18%), 52 dirigenti statali (5,57%), 49 bancari (5,25%), 47 industriali (5,04%).
La Commissione parlamentare Anselmi, creata il 09 dicembre 1981, ritenne che la P2 fosse strutturata come due piramidi sovrapposte con Gelli come punto di congiunzione tra le due piramidi. L'elenco della piramide superiore, con personaggi che trasmettevano gli ordini alla piramide inferiore, non è mai stato trovato. I documenti sequestrati all'epoca testimoniavano dell'esistenza di un'organizzazione che mirava a prendere il possesso delle leve del potere in Italia. Nei dettagli si propugnava, tra l'altro, l'abolizione della validità legale di titoli di studio e conseguente elaborazione di una riforma della scuola, portare il Consiglio Superiore della Magistratura sotto il controllo dell'esecutivo, separare le carriere dei magistrati, rompere l'unità sindacale e abolire il monopolio RAI.
Nel settembre 2003 Licio Gelli in un'intervista disse:
"Forse sì, dovrei avere i diritti d'autore. La giustizia, la TV, l'ordine pubblico. Ho scritto tutto trent'anni fa. .... che preveggenza è finita come dicevo io"

venerdì 11 dicembre 2009

La quota contesa


Il territorio trentino, propaggine meridionale dell'impero austro-ungarico, con l'entrata in guerra dell'Italia il 24 maggio 1915 contro gli imperi centrali, divenne un unico fronte di guerra. Molte cime furono teatro di sanguinosi scontri tra l'esercito austro -ungarico e quello italiano. Il gruppo montuoso del Lagorai, racchiuso tra la Valsugana e la Val di Fiemme, fu una delle tante zone contese tra gli eserciti belligeranti.
In questa sede verranno descritti gli scontri avvenuti tra gli aspri profili rocciosi del Cauriol e il Cardinal. Trattasi di due monti raggiungibili dalla Val di Fiemme salendo in automobile da Ziano di Fiemme fino a Malga Sadole (m. 1600).
Gli scontri in questa zona iniziarono nell'estate del 1916 dopo il fallimento della Fruehlingexpedition conosciuta anche come Strafexpedition, al termine della quale l'esercito austro - ungarico dovette smobilitare dal fronte meridionale un ingente quantità di mezzi e truppe per contrastare l'offensiva russa sul fronte orientale. Fino a quel momento in quella zona, difesa da truppe austro - ungariche, c'erano stati solo sporadici bombardamenti. Gli Italiani, approfittando delle difficoltà dell'esercito imperiale sul fronte russo, scatenarono una grande offensiva contro le esigue forze austro - ungariche rimaste a presidiare i perni difensivi della catena del Lagorai. Il Monte Cauriol (m. 2494) fu conquistato dagli Italiani nell'agosto del 1916. Gli austriaci peraltro mantennero il controllo del vicino Cauriol Piccolo,
Dopo aver consolidato le posizioni sul Monte Cauriol gli italiani, nel settembre 1916, tentarono di conquistare anche la vicina cima del Cardinal.
Dopo aspri combattimenti con centinaia di caduti, da entrambi le parti, gli italiani conquistarono quota 2318 metri dove a tutt'oggi sono ancora ben visibili, ma difficilmente raggiungibili a causa di tratti esposti e pericolosi, resti di apprestamenti e trincee costruiti prima dagli austro - ungarici e poi consolidati dagli italiani. La cima del Cardinal (m. 2481) rimase sempre saldamente in mano agli imperiali nonostante i vari tentativi di conquista da parte italiana. Gli italiani, attestati a quota 2318 metri, iniziarono lo scavo di una galleria per mina che sviluppandosi sotto la cima del Cardinal avrebbe dovuto far saltare in aria il presidio austriaco.
Per contrastare questa azione gli austro-ungarici, nel corso dell'estate del 1917, iniziarono a scavare una galleria di contromina.
La disfatta subita dall'esercito Italiano ad ottobre del 1917 a Caporetto e il successivo ripiegamento degli italiani fino al Piave allontanarono dal Cardinal e dal Lagorai lo spettro della guerra.
L'esercito italiano vide di nuovo la Val di Fiemme solo il 10 novembre 1918 a guerra finita.
La guerra in alta quota non fu solo una lotta tra eserciti ma fu anche una battaglia tra uomo e natura. L'inverno del 1916/17 fu particolarmente gelido e nevoso. Innumerevoli furono i soldati morti assiderati o sepolti dalle valanghe.
Oggi noi, durante le escursioni, ammiriamo il paesaggio alpino e la bellezza intatta della catena del Lagorai ma un pensiero deve essere rivolto a quanti, su entrambi i fronti, hanno combattuto durante quei tragici anni. I resti di quei combattimenti sono ancora ben visibili solcando le creste montagnose.

domenica 29 novembre 2009

L'equipaggio


La vita su un'imbarcazione rappresenta una metafora realistica della vita all'interno di un'organizzazione. E' fondamentale definire dei ruoli affinché l'operatività di tutti sia coordinata perfettamente. Comunicazione e organizzazione sono le parole chiave per il raggiungimento degli obiettivi prefissati.

E' necessario abbandonare l'interpretazione del funzionamento ad orologio delle singole organizzazioni ed adoperarsi affinché quest'ultime operino come sistemi viventi che interagiscono con il mutevole ambiente esterno e si adattino nel tempo a sopravvivere, apprendendo così in continuazione. L'apprendimento continuo rende l'organizzazione vitale e la vitalità viene misurata da fattori tra i quali si evidenzia la motivazione e il senso di appartenenza ed identità dell'equipaggio.

L'energia è un elemento fondamentale per la vitalità e il valore di qualsiasi struttura organizzativa ma deve essere indirizzata verso lo sviluppo continuo dell'equipaggio attraverso il miglioramento della qualità del lavoro, delle relazioni interne, di valori condivisi, di nuove opportunità di sviluppo professionale e di interventi formativi che puntino sul saper essere. L'equipaggio diventa generatore di valore dell'impresa e può condurla in “oceani di successo”.

Si richiama l'attenzione alla fiaba di Esopo sulla gallina dalle uova d'oro dove un giorno un contadino rimase sbalordito vedendo che una delle sue galline aveva deposto un uovo d'oro. Lo stupore e la contentezza aumentarono il giorno successivo quando l'esperienza si ripete Il contadino in breve tempo si arricchì. Non contento di ciò che produceva il prezioso animale cominciò a rimuginare su come riuscire ad avere una quantità di oro ancora più grande. Il contadino decise di uccidere la gallina per estrarre da essa tutta la ricchezza che conteneva nel più breve tempo possibile ma una volta uccisa e sventrata non trovò traccia del prezioso metallo. L'equipaggio ha degli aspetti in comune con la gallina della fiaba di Esopo: se opportunamente valorizzato è in grado di produrre veramente “uova d'oro”.

La valorizzazione passa anche applicando, all'interno delle organizzazioni, il sistema Toyota che prevede, tra l'altro, un forte coinvolgimento e responsabilizzazione del personale, il kaizen miglioramento continuo cercando l'innovazione e il kyosei vivere e lavorare insieme per il bene comune.

E' la persona, ovvero il membro dell'equipaggio, che detiene realmente il patrimonio aziendale, la conoscenza. Si possono definire le persone, all'interno del capitale umano, come investitori di risorse e non semplici risorse. Sono le persone a possedere e a decidere di investire le proprie competenze, l'impegno e il tempo. In un ambiente fluido e discontinuo l'equipaggio può trovare sicurezza e certezza dentro di sé facendo leva sul proprio patrimonio di competenze che consente di affrontare situazioni difficili, incerte e competitive.

L'equipaggio nel racconto di Zzzoot, brillante ed acuta parodia dell'azienda di oggi con personaggi di fantasia ma decisamente reali, si trova a navigare in un'azienda che continua a perpetuare comportamenti insostenibili anche dopo la “grande riforma delle imprese” avvenuta a seguito di un fulmine di luce e saggezza che ha inondato il mondo. Vengono evidenziate soprattutto le resistenze al cambiamento in un contesto che lo richiede con urgenza, rappresentando un chiaro esempio di immobilismo e mimetismo.

In tale contesto l'equipaggio non osa, scarica la responsabilità sugli altri, non è ancorato ad una visione e l'imbarcazione ... naviga a vista senza meta definita.

domenica 5 aprile 2009

Economia Ombra


Misha Glenny, testimone e reporter. nel suo ultimo lavoro pubblicato e tradotto in decine di lingue Mc Mafia (pubblicato in Italia da Mondadori) sottolinea il fatto che la globalizzazione e la fine del comunismo nell'Europa dell'Est hanno portato un'espansione di quella che lui chiama "economia ombra". L'economia ombra si è rafforzata enormemente grazie alla coincidenza di due fattori: la caduta del muro di Berlino e la globalizzazione. Quest'economia non è solo crimine organizzato; è anche frode, evasione fiscale e corruzione. Tutte queste attività, fondate sull'illegalità, hanno delle caratteristiche in comune. Usano gli stessi meccanismi per mettere in circolazione i guadagni e hanno registrato uno sviluppo impressionante dalla fine degli anni ottanta, grazie al mercato della cocaina. La criminalità organizzata è un'industria opportunistica ed è in grado di reagire ai cambiamenti del mercato più in fretta delle industrie legali. Dal libro non emerge che il crimine organizzato sia gestito da una SPECTRE globale. Ad alimentare questo sistema sono spesso le scelte politiche sbagliate dei Paesi Occidentali: per esempio le sanzioni economiche decise dall'ONU durante le guerre jugoslave, che hanno creato un enorme mercato nero nella regione o la deregulation finanziaria degli anni novanta.
Una zona altamente critica rimane l'Afghanistan. Nel 2003 i taliban erano sconfitti. E' allora che l'Occidente ha deciso, con scarsa lungimiranza, di invadere l'Iraq, togliendo risorse a un Paese che poteva conoscere il suo primo tentativo di sviluppo in centocinquant'anni di storia. I taliban hanno capito che era il loro momento; hanno imposto una tassa del 10% su tutto il mercato dell'oppio. In questo modo oggi guadagnano più di cento milioni di dollari all'anno. con questi soldi comprano armi e finanziano la lotta contro le forze della NATO. Inoltre l'attuale governo è devastato dalla corruzione, alimentata dal denaro del traffico dell'oppio. Un fallimento della politica occidentale di vaste proporzioni, in un'area strategicamente cruciale.
L'Unione Europea, in prospettiva, è uno strumento utile per scardinare le mafie. Attualmente il problema principale dell'Unione Europea è la sua incapacità ad impedire l'ingresso di capitali di origine criminale. L'Europa non riesce a fare a meno di queste risorse. Dopo l'allargamento ad est dell'Unione Europea l'attività criminale in Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria è cambiata. E' meno centrata sulla produzione e distribuzione e punta più sul consumo ed è leggermente diminuita. Tra i Paesi dell'Est Europa aderenti all'Unione Europea la Bulgaria è un caso a parte. Non è un Paese più corrotto o violento rispetto ad esempio alla Romania, ma ha un problema di immagine, perché nelle strade di Sofia ci sono regolamenti di conti in pieno giorno. Il governo è debole e lo stato di diritto non è ancora solido. Ma, secondo Misha Glenny, se il Paese fosse rimasto fuori dall'Unione Europea, oggi sarebbe in acque ancora peggiori senza via d'uscita. L'anno scorso l'Unione Europea ha bloccando quasi un miliardo di euro destinati al governo di Sofia, provvedimento che mira a limitare la corruzione, ma intanto i bulgari sono in grosse difficoltà dopo che hanno tirato la cinghia per entrare in Europa. A parere di Misha Glenny è facile essere severi con Sofia, ma si dovrebbe fare la stessa cosa con l'Italia: non si può far finta di nulla di fronte ad una situazione che anche con governi diversi non accenna a migliorare.
Ci sono poi anche le vittime di questo sistema criminale come la giovane Lyudmila Balbinova nata nella Repubblica moldava di Transnistria. Lyudmila abbandona il suo Paese per fare la cameriera in Israele, ma finisce nel giro della prostituzione. Come le vittime dei lager staliniani, diventa schiava, prigioniera di un sistema in cui l'oppressione si fonda sul lavoro sessuale. Dopo un viaggio in treno verso Odessa, viene portata a Mosca e presa in consegna dalla criminalità organizzata. Finisce poi al Cairo e venduta ad un gruppo di beduini che, eludendo i controlli delle guardie di frontiera israeliane, nel deserto del Neghev la vendono a dei gestori di un bordello di Tel Aviv. il percorso è un continuo incubo per Lyudmila, assetata e affamata, è costretta a subire rapporti sessuali per avere acqua e cibo. Grazie alla sua tenacia riesce a fuggire da Tel Aviv ed ora vive in una casa rifugio in Moldova. Le vittime della repressione staliniana tornavano a caso con la tubercolosi e lo scorbuto. Lyudmila è sieropositiva. Da questa storia, simile a molte altre, emerge come la merce umana passi per le mani di una lunga lista di sfruttatori, di varie nazionalità, che però non fanno capo a nessuna organizzazione centrale.
La lezione che si può trarre è che il crimine organizzato sfrutta le opportunità offerte dalla globalizzazione, ma dipende dalla domanda e dai fattori locali. Governi, associazioni e cittadini possono incidere su questi fenomeni.

"Dimenticate i confini, così come li conoscete, dimenticate il planisfero politico e i report ufficiali sul commercio e l'economia mondiali perché ad essi vanno sovrapposti quelli ombra"


Fonte: Internazionale del 20/26 marzo 2009

domenica 29 marzo 2009

Mix Energetico



Qual è il futuro assetto più auspicabile per il parco di produzione di energia elettrica italiano? Un confronto internazionale consente un riscontro delle anomalie che affliggono il settore elettrico italiano. Una visione dei contributi percentuali delle diverse fonti energetiche alla produzione elettrica lorda di cinque Paesi dell'Unione Europea, tra cui l'Italia, che hanno una produzione maggiore dell'1% della produzione elettrica mondiale può dare delle indicazioni di come il settore elettrico nazionale dovesse allinearsi con i valori medi di altre nazioni maggiori produttrici di elettricità.
L'Italia dovrebbe diminuire drasticamente la sua quota di produzione di energia elettrica da gas naturale, aumentare la sua quota di carbone, produrre energia nucleare. Non è detto che queste ricette drastiche siano sensate. Purtroppo i risultati di scelte energetiche del passato sono assai poco lusinghieri. Siamo il maggior importatore di energia elettrica al mondo e abbiamo un costo dell'elettricità superiore alla media europea. Infatti la dipendenza energetica è all'85% e si conferma come la più alta fra i Paesi industrializzati e la strutturale debolezza del sistema di approvvigionamento e di stoccaggio del gas rimane invariata. Il gas continua ad arrivare quasi per il 100% del fabbisogno via tubo, unica eccezione europea in un panorama in cui il resto dei Paesi è dotato di impianti di rigassificazione per circa il 50% del loro consumo. I principali Paesi che forniscono gas naturale all Europa sono Russia e Algeria; l'insostituibilità delle forniture russe e algerine conferisce a questi Paesi un potere oggi difficilmente contrastabile. Usiamo, nell'80% della produzione elettrica nazionale, i combustibili fossili, in Germania siamo poco sopra il 60%.
Se si vogliono ridurre il deficit competitivo dei costi di produzione e la criticità di approvvigionamenti del sistema elettrico nazionale, l'opzione più ragionevole,a breve termine, è il ricorso al clean coal technologies ossia processi produttivi basati sul consumo di carbone, ma rispettosi dell'ambiente. L'obiettivo a medio lungo termine è di abbattere drasticamente le emissioni di CO2 del settore elettrico, obiettivo che richiede una massiccia introduzione di centrali a bassissime emissioni compreso anche il potenziamento di provvedimenti, già in atto, a favore delle fonti rinnovabili con migliori prospettive di economicità nel medio termine (eolico, biomassa, solare termodinamico).

Fonte: Rivista AEIT Gennaio/Febbraio 2009