sabato 28 febbraio 2009

Sturare senza inquinare?



Un idraulico professionista usa strumenti speciali e getti d'acqua ad alta pressione per ripulire le tubature. Noi, invece, quando proviamo a risolvere il problema da soli, ci limitiamo a versare un liquido sturalavandini. Questo liquido sturalavandini non è altro che soda caustica (idrossido di sodio) o acido solforico – due sostanze chimiche altamente corrosive – che si riversa nei nostri fiumi. L'idrossido di sodio, una sostanza fortemente alcalina, reagisce con i grumi di grasso formando una schiuma che aiuta a liberare l'ostruzione. Alcuni enti per la tutela dell'ambiente non classificano la soda caustica come un agente inquinante, perché si decompone a contatto con l'acqua e i grassi. Tuttavia l'Ufficio europeo per le sostanze chimiche ha classificato come "cronica"l'ecotossicità di questa sostanza per gli organismi acquatici. Sui pesci d'acqua dolce provoca ustioni superficiali delle branchie e l'abbondante formazione di muco. Inoltre i pesci muoiono per soffocamento a causa della lenta distruzione degli organi respiratori. Se volete liberare una tubatura intasata potete usare sistemi meno dannosi per l'ambiente. In gran parte dei negozi di ferramenta potete trovare degli attrezzi per uso domestico, da azionare a mano o con un trapano. In alternativa, potete provare con gli sturalavandini biologici che hanno gli enzimi naturali. Oppure potete prendere del bicarbonato di sodio, scioglierlo nell'aceto, e versarlo nel condotto di scarico intasato e infine far scorrere dell'acqua bollente. Funziona, ma la scelta migliore resta la prevenzione. Per tenere pulite le tubature, ogni settimana versate nel lavandino un cucchiaio di bicarbonato di sodio e una tazza di aceto. Oppure versate regolarmente dell'acqua bollente. .

Fonte: Internazionale 680, 15 febbraio 2007

sabato 21 febbraio 2009

Solo in Italia


Testo tratto dalla Rivista Internazionale n. 783 del 20 / 26 febbraio 2009 pagina 22 (Fonte: The Times)

In Italia i processi sono così lunghi che sembra impossibile arrivare al momento in cui il condannato dovrà scontare la pena. La sentenza di primo grado è considerata provvisoria...

I processi si svolgono ad intermittenza ...

Il risultato è che i processi li fanno i mezzi di informazione, a cui gli avvocati passano le carte processuali sperando di rendere più convincenti le loro argomentazioni. Nel frattempo i detenuti in attesa di giudizio, in Italia la custodia cautelare può durare fino a due anni, restano in cella a leggersi i resoconti dei reati di cui sono accusati: documenti che in Gran Bretagna sarebbero considerati un'interferenza con il processo.

Nella sentenza Mills del 17 febbraio 2009 c'è stata anche la decisione di accordare un indennizzo alla Presidenza del Consiglio perché l'avvocato britannico "ha deviato il corso della giustizia".

"Certe cose succedono solo in Italia" ha detto un giornalista in aula.

Se lo desiderate, scrivete pure dei commenti su come cerchereste di risolvere i problemi che attanagliano, non da ora, la giustizia in Italia considerando alla luce anche dell'indagine svolta dalla Banca Mondiale.

La classifica internazionale sull'efficienza della giustizia nel rapporto Doing Business che la Banca Mondiale redige per fornire indicazioni alle imprese sui Paesi in cui è più vantaggioso investire rileva che l'Italia è al 156° posto su 181 Paesi del Mondo. Addirittura viene dopo Angola, Gabon e Guinea.

In Italia ci sono 9 milioni di processi pendenti di ai cui oltre 5 milioni di procedimenti civili e oltre 3 milioni. di procedimenti penali. Il dramma è che il sistema non riesce a smaltire l'arretrato.

L'Italia sta sempre più diventando una calamita per delinquenti stranieri. Questi ultimi vengono a delinquere in Italia approfittando della lentezza ed inefficienza della giustizia italiana.

Incendi australiani e recessione




Sul numero della rivista Internazionale del 20 / 26 febbraio 2009 n. 783 Loretta Napoleoni (economista) in un articolo intitolato Il falò del capitalismo richiama l'attenzione al fatto che forse gli incendi australiani possono aiutarci a trovare il modo di arginare la recessione. Vede la crisi attuale come un incendio della globalizzazione.

I banchieri sono paragonati a dei bambini che giocano con i fiammiferi. Lontano dagli sguardi dei genitori hanno bruciato la nostra ricchezza per fare un gioco stupido e pericoloso spinti dall'avidità. Come per i responsabili degli incendi dolosi dovrebbero essere assicurati alla giustizia, i leader politici dovrebbero pretendere che anche i banchieri che hanno distrutto la ricchezza di gente comune paghino per questo crimine.

E' stato il debito e non una crescita reale ad alimentare gli anni del boom. L'incendio ha distrutto il tessuto della società, quello che mantiene i suoi membri legati gli uni agli altri. Ci vorranno anni per ricostruire un nuovo tessuto.

I pacchetti di salvataggio, varati dai vari governi, non hanno funzionato e non funzioneranno, in quanto i governanti li concepiscono come soluzioni rapide. I politici sembrano dei drogati dell'economia, vogliono subito tornare a "sballarsi".

Non bisogna:

  • riprodurre l'assurda illusione della ricchezza basata sul debito;
  • avere una visione irrealistica dell'economia. di sognare il boom perpetuo (cosa che il mercato sa già).
Compito dei politici è contenere l'incendio, proteggere la popolazione evacuando le zone pericolose ed evitare di sprecare soldi per comprare o eliminare i crediti a rischio accumulati da banchieri imprudenti.

Loretta Napoleoni conclude l'articolo dicendo Adam Smith avrebbe applaudito al falò del capitalismo moderno. Il fuoco oltre ai titoli tossici dovrebbe bruciare anche le istituzioni e gli individui che hanno contaminato l'economia. Un piano alternativo per uscire dalla crisi non è stato neanche discusso per il fatto che quelli che dovrebbero spegnere l'incendio non sono pompieri professionisti. ma gli stessi bambini che fino a poco tempo fa giocavano con i fiammiferi.


Come agireste per contenere l'incendio e proteggere la popolazione evitando gli errori del 1929 che trasformarono una recessione nella grande depressione?

Una citazione di Richard Bitner il primo 'pentito' del settore dei mutui.

Ne abbiamo fatte di tutti i colori ma nel settore della finanza c'era più ignoranza che perfidia. E, comunque, eravamo come spacciatori in un mondo dominato dai drug lord. I nostri signori della droga, quelli che dettavano le nuove regole, stavano a Wall Street, nelle grandi banche d'affari. I titoli ad alto rischio per finanziare l'acquisto degli immobili li hanno inventati loro. Noi eravamo solo dei venditori al dettaglio

Fonte immagine:

Cartoon di Kap pubblicato da Vanguardia ( Barcellona)

martedì 17 febbraio 2009

Polveriera polverizzata




Sul quotidiano L'Adige di ieri 16 febbraio 2009 un articolo a pagina 14 evidenziava l'abbattimento di un insediamento bellico a rilevanza storica. In particolare l'edificio abbattuto era una vecchia polveriera dell'esercito austro-ungarico costruita nel 1906 nella zona di Ischia Podetti nei pressi della città di Trento. L'opera era stata costruita nell'ambito del grande progetto degli alti comandi austro ungarici Festung Trient (Fortezza di Trento). Un insieme coordinato di opere militari a difesa della città di Trento da possibili attacchi sferrati in profondità del Regio esercito italiano durante la prima guerra mondiale. La Festung Trient venne sciolta, senza aver mai sparato un colpo, nel 1916 quando le sorti della guerra spostarono gli aspri combattimenti lontano dalla città di Trento. Sull'abbattimento della polveriera storica interviene lo storico Volker Jeschkeit, massimo esperto della Festung Trient, il quale esprime con grande rammarico:
Hanno resistito per oltre cento anni a due guerre mondiali e al'incuria, ma la polveriera austro ungarica di Ischia Podetti ha dovuto capitolare di fronte alle ruspe del Comune...
Era l'ultima polveriera esistente della Fortezza di Trento dopo che negli anni ottanta era stata distrutta quella di Pra Marquard in Maranza ...
Ci sono addirittura due leggi una nazionale e una provinciale che proteggono i manufatti bellici. Ma persino l'Amministrazione comunale sembra ignorarlo o forse se ne frega deliberatamente ...
Per l'Amministrazione comunale si trattava di un:
"intervento di somma urgenza per mettere in sicurezza il versante a monte della strada comunale di accesso alla discarica provincie"
Sul quotidiano l'Adige di oggi 17 febbraio 2009 la replica del Comune di Trento allo storico Volker Jeschkeit.
Una nota dell'Amministrazione comunale così recita:
La struttura si trovava sotto una delle pareti più verticali che sovrastano la strada della Vela. Nel dicembre 2006 una frana ha investito l'edificio.... Il complesso al tempo del crollo era occupato da un gruppo di disperati che vi avevano trovato rifugio ...La zona era in stato in totale degrado infestata da ratti e numerosi cani randagi. Già nel 2006 emerse chiaramente che l'edificio e la strada non erano più difendibili da ulteriori possibili crolli: Per questo si è deciso di realizzare una nuova strada, in modo da consentire il transito dei camion diretti alla discarica.
Si potevano trovare soluzioni che garantissero sia la sicurezza che la conservazione del patrimonio storico?
Si poteva garantire la sicurezza del tracciato stradale esposto alla caduta massi, ma anche la sopravvivenza della vecchia polveriera?
Attendo i Vostri commenti. Per informazioni sulla
Festung Trient e le sue opere difensive cliccate qui