
Qual è il futuro assetto più auspicabile per il parco di produzione di energia elettrica italiano? Un confronto internazionale consente un riscontro delle anomalie che affliggono il settore elettrico italiano. Una visione dei contributi percentuali delle diverse fonti energetiche alla produzione elettrica lorda di cinque Paesi dell'Unione Europea, tra cui l'Italia, che hanno una produzione maggiore dell'1% della produzione elettrica mondiale può dare delle indicazioni di come il settore elettrico nazionale dovesse allinearsi con i valori medi di altre nazioni maggiori produttrici di elettricità.
L'Italia dovrebbe diminuire drasticamente la sua quota di produzione di energia elettrica da gas naturale, aumentare la sua quota di carbone, produrre energia nucleare. Non è detto che queste ricette drastiche siano sensate. Purtroppo i risultati di scelte energetiche del passato sono assai poco lusinghieri. Siamo il maggior importatore di energia elettrica al mondo e abbiamo un costo dell'elettricità superiore alla media europea. Infatti la dipendenza energetica è all'85% e si conferma come la più alta fra i Paesi industrializzati e la strutturale debolezza del sistema di approvvigionamento e di stoccaggio del gas rimane invariata. Il gas continua ad arrivare quasi per il 100% del fabbisogno via tubo, unica eccezione europea in un panorama in cui il resto dei Paesi è dotato di impianti di rigassificazione per circa il 50% del loro consumo. I principali Paesi che forniscono gas naturale all Europa sono Russia e Algeria; l'insostituibilità delle forniture russe e algerine conferisce a questi Paesi un potere oggi difficilmente contrastabile. Usiamo, nell'80% della produzione elettrica nazionale, i combustibili fossili, in Germania siamo poco sopra il 60%.
Se si vogliono ridurre il deficit competitivo dei costi di produzione e la criticità di approvvigionamenti del sistema elettrico nazionale, l'opzione più ragionevole,a breve termine, è il ricorso al clean coal technologies ossia processi produttivi basati sul consumo di carbone, ma rispettosi dell'ambiente. L'obiettivo a medio lungo termine è di abbattere drasticamente le emissioni di CO2 del settore elettrico, obiettivo che richiede una massiccia introduzione di centrali a bassissime emissioni compreso anche il potenziamento di provvedimenti, già in atto, a favore delle fonti rinnovabili con migliori prospettive di economicità nel medio termine (eolico, biomassa, solare termodinamico).
Fonte: Rivista AEIT Gennaio/Febbraio 2009
L'Italia dovrebbe diminuire drasticamente la sua quota di produzione di energia elettrica da gas naturale, aumentare la sua quota di carbone, produrre energia nucleare. Non è detto che queste ricette drastiche siano sensate. Purtroppo i risultati di scelte energetiche del passato sono assai poco lusinghieri. Siamo il maggior importatore di energia elettrica al mondo e abbiamo un costo dell'elettricità superiore alla media europea. Infatti la dipendenza energetica è all'85% e si conferma come la più alta fra i Paesi industrializzati e la strutturale debolezza del sistema di approvvigionamento e di stoccaggio del gas rimane invariata. Il gas continua ad arrivare quasi per il 100% del fabbisogno via tubo, unica eccezione europea in un panorama in cui il resto dei Paesi è dotato di impianti di rigassificazione per circa il 50% del loro consumo. I principali Paesi che forniscono gas naturale all Europa sono Russia e Algeria; l'insostituibilità delle forniture russe e algerine conferisce a questi Paesi un potere oggi difficilmente contrastabile. Usiamo, nell'80% della produzione elettrica nazionale, i combustibili fossili, in Germania siamo poco sopra il 60%.
Se si vogliono ridurre il deficit competitivo dei costi di produzione e la criticità di approvvigionamenti del sistema elettrico nazionale, l'opzione più ragionevole,a breve termine, è il ricorso al clean coal technologies ossia processi produttivi basati sul consumo di carbone, ma rispettosi dell'ambiente. L'obiettivo a medio lungo termine è di abbattere drasticamente le emissioni di CO2 del settore elettrico, obiettivo che richiede una massiccia introduzione di centrali a bassissime emissioni compreso anche il potenziamento di provvedimenti, già in atto, a favore delle fonti rinnovabili con migliori prospettive di economicità nel medio termine (eolico, biomassa, solare termodinamico).
Fonte: Rivista AEIT Gennaio/Febbraio 2009




